Meccanismi del DESIGN THINKING

Per capire il Design Thinking partiamo dal concetto “ho una idea”, la voglio applicare, vendere, attuare, insomma non voglio che rimanga solo una idea. Evidentemente una business idea.

A punto si possono applicare i concetti che vado ad esprimere a situazioni diverse. STARTUP, IMPRESA INDUSTRIALE, ARTIGIANA, ecc. ed un ruolo quello dell’“ideatore” in questi contesti.

Come ho scritto occrono 4 fasi per arrivare a FALLIRE o AVERE SUCCESSO

FASE 1: COMPRENDERE IL PROBLEMA occorre avere un’idea chiara del livello di gradimento che ne trarranno gli utenti finali.

FASE 2: SVILUPPARE UNA SOLUZIONE per determinare la fattibilità del nuovo approccio, un nuovo modo di affrontare il problema.

FASE 3: PROGETTAZIONE DI UNA STRUTTURA ORGANIZZATIVA per avere una comprensione della fattibilità dal punto di vista economico.

Procedendo per ogni fase, si faranno un sacco di ipotesi.

Queste ipotesi sono il fattore chiave per il raggiungimento del risultato e devono essere convalidate man mano che il team (non pensare di fare tutto da solo!) continua a lavorare sull’idea.

Il che porta alla quarta fase:

FASE 4: GESTIONE DEL RISCHIO per avere un’autentica e consapevole comprensione dell’incertezza intrinseca, un ingrediente chiave di ogni nuovo progetto.

Nella immagine in evidenza, tratta da un post su linkedin  https://www.linkedin.com/pulse/difference-between-design-thinking-lean-startup-agile-parsa-haghighi/ si capisce che ad un certo punto non basta parlare solo di Design Thinking.

Le cose si complicano ed entrano in azione diversi concetti che vedremo successivamente. Intanto partiamo da una cosa essenziale e legata all’idea.

Quali sono le possibili domande, non esaustive e non certo TUTTE, relative alle 4 fasi che ho ricordato?

Queste domande che vi propongo possono adattarsi ad una serie di situazioni.  Sono generiche in quanto non ho individuato una precisa IDEA o un preciso PROGETTO da portare avanti, né ho ipotizzato il prodotto di una START-UP, neppure clienti/consumatori/utenti finali della idea.

Il punto è che se non si fanno domande non è possibile attivare tutta una serie di meccanismi del DESIGN THINKING.

Uno questi è il BRAINSTORMING. Lo vedremo attentamente, in seguito.

FASE 1: COMPRENDERE IL PROBLEMA occorre avere un’idea chiara del livello di gradimento che ne trarranno i destinatari finali.

Le domande per la prima fase. Importanti sono le seguenti:

1.        Chi è lo stakeholder (o l’utente di riferimento) che beneficerà della tua idea?

2.        Quale problema risolve la tua idea?

3.        Qual è il modo in cui attualmente il destinatario risolve questo problema?

4.        Qual è il lavoro che deve fare il fruitore?

5.        Qual è l’obiettivo che il potenziale cliente sta cercando di raggiungere?

6.        C’è una idea di quello che il consumatore desidera realizzare?

7.        Qual è l’attuale esperienza e il percorso che l’utente deve affrontare, per portare a termine il lavoro, per il quale la tua idea sarà d’aiuto?

8.        Quali sono i dispositivi, strumenti e risorse che l’utente fa assegnamento per eseguire il suo lavoro attuale?

9.        Qual è lo stato emotivo del tuo cliente di riferimento nella sua odierna esperienza?

10.      Quali sono i principali punti di debolezza che incontra un determinato consumatore oggi?

11.      Perché il risultato che proponi è importante per il compratore?

12.      Quali sono gli obiettivi specifici che è necessario prendere in considerazione?

13.      Cosa considera il cliente nel suo ambito di utilizzo della tua idea?

14.      Quali sono i pensieri e le sensazioni del destinatario della tua idea nella situazione attuale?

15.      Chi sono gli altri interessati collegati al consumatore?

16.      In che modo le parti interessate che sono collegate trarranno beneficio dalla vostra soluzione?

17.      In che modo le parti interessate collegate saranno influenzate dalla vostra soluzione?

18.      In che modo le parti interessate collegate avranno un qualche impatto sull’utilizzo della vostra soluzione?

19.      Ci sono altri soggetti interessati che possono essere influenzati o che influenzano attivamente l’utente finale?

20.      Gli altri soggetti interessati potrebbero svolgere un ruolo nell’aiutare/ostacolare l’adozione della vostra soluzione?

21.      Ci sono altri soggetti interessati che potrebbero trarre beneficio dalla vostra idea?

FASE 2: SVILUPPARE UNA SOLUZIONE per determinare la fattibilità del nuovo approccio, un nuovo modo di affrontare il problema.

Nella seconda fase, le domande possono essere le seguenti:

1.        Ci sono altri modi per risolvere questo problema?

2.        Come è possibile concretizzare la soluzione per rispondere alle esigenze dell’utente?

3.        Quale sarebbe la sua nuova esperienza finita per l’utente se la vostra idea viene attivata?

4.        Come si può realizzare un prototipo senza impegnare troppo tempo e denaro?

5.        Come puoi testare la tua idea con l’utente oggi sottoponendola a una prova?

6.        Su quale supporto, strumento e persone il destinatario dovrà fare affidamento nella nuova esperienza?

7.        La soluzione aiuta il consumatore a raggiungere l’obiettivo (completare il processo o realizzare la soluzione) di cui ha bisogno, in modo migliore, più economico, più veloce o più semplice?

8.        Perché il cliente dovrebbe cambiare il modo attuale di fare il lavoro o altro ed adottare la nuova idea?

9.        I benefici del nuovo approccio sono abbastanza significativi da indurre ad adottarlo?

10.      Come si può influenzare il cliente nell’adozione della nuova esperienza?

11.      Ci sono motivazioni o comportamenti personali che potrebbero aiutare il consumatore a individuare il valore del nuovo approccio?

12.      Ci sono degli elementi che possono favorire l’adozione del nuovo sistema?

13.      Ci sono elementi di carattere adeguato che aiuterebbero il fruitore ad adottare il nuovo approccio?

14.      Ci sono contraccolpi o subordinazione da altri soggetti coinvolti nella nuova esperienza?

15.      Ci sono effetti o relazioni a processi esistenti/altri processi esistenti in ambito organizzativo?

16.      Ci sono implicazioni o dipendenza da ulteriori fonti di dati o da altri sistemi?

FASE 3: PROGETTAZIONE DI UNA STRUTTURA ORGANIZZATIVA per avere una comprensione della fattibilità dal punto di vista economico.

Le domande per la terza fase includono:

1.        Quali sono le tendenze del settore a breve e lungo termine che potrebbero aiutare o ostacolare l’adozione della vostra idea?

2.        Quali sono le tendenze tecnologiche a breve e lungo termine che aiuterebbero o ostacolerebbero l’adozione della vostra idea?

3.        Quali sono le tendenze dello schema di mercato immaginato a breve e lungo termine che aiuterebbero o ostacolerebbero l’adozione della vostra idea?

4.        Quali sono le tendenze macroeconomiche a breve e lungo termine che aiuterebbero o ostacolerebbero l’adozione della vostra idea?

5.        Quali sono le tendenze demografiche a breve e lungo termine che aiuterebbero o ostacolerebbero l’adozione della vostra idea?

6.        Chi sono i concorrenti attuali e futuri del vostro progetto? I competitori includono anche altri attori e il modo attuale di fare l’attività?

7.        Come farà il consumatore (e il mercato) a venire a conoscenza della vostra impresa?

8.        Come renderete noto il valore aggiunto ai vostri clienti?

9.        Che tipo di relazione avrete bisogno di avere con i vostri clienti?

10.      Di quali risorse (competenze e capitali) avete bisogno per realizzare la vostra soluzione?

11.      Quali attività e capacità sono necessarie per creare valore per il cliente?

12.      Quali sono le tecnologie da utilizzare per realizzare la soluzione?

13.      Su quali partner è necessario fare affidamento, in ogni aspetto della generazione e della realizzazione del profitto, per la propria azienda?

14.      Come riuscirete a ricavare reddito/utili generati dalla vostra iniziativa?

15.      Quale sarà la vostra strategia di pricing?

16.      Come verrai pagato?

17.      Quando verrai pagato per la fornitura del prodotto?

18.      Come finanzierete l’impresa?

FASE 4: GESTIONE DEL RISCHIO: per avere un’autentica e consapevole comprensione dell’incertezza intrinseca, un ingrediente chiave di ogni nuovo progetto.

Le domande chiave per la quarta fase sono due:

1.        Nel corso di ogni fase e quindi di tutte le tappe di questo quadro, secondo voi, cosa pensate di voler mantenere invariato per far funzionare la vostra idea?

2.        Come potreste analizzare e avvalorare le vostre previsioni?

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