Design Thinking – FALLIRE PRESTO E VELOCEMENTE

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PRESTO E VELOCEMENTE

Da dove nasce l’ di fallire presto e velocemente? Facile risposta: dal .

Per capire il Design Thinking partiamo dal concetto “ho una idea”, la voglio applicare, vendere, attuare, insomma non voglio che rimanga solo una idea. Evidentemente una business idea.

A punto si possono applicare i concetti che vado ad esprimere a situazioni diverse. STARTUP, IMPRESA INDUSTRIALE, ARTIGIANA, ecc. ed un ruolo quello dell’ “ideatore” in questi contesti.

PER AVERE MIGLIORI RISULTATI OCCORRE PORTARE AVANTI L’IDEA PENSANDO A QUESTE 4 FASI

FASE 1: COMPRENDERE IL PROBLEMA occorre avere un’idea chiara del livello di gradimento che ne trarranno gli utenti finali.

FASE 2: SVILUPPARE UNA SOLUZIONE per determinare la fattibilità del nuovo approccio, un nuovo modo di affrontare il problema.

FASE 3: PROGETTAZIONE DI UNA STRUTTURA ORGANIZZATIVA per avere una comprensione della fattibilità dal punto di vista economico.

Procedendo per ogni fase, si faranno un sacco di ipotesi.

Queste ipotesi sono il fattore chiave per il raggiungimento del risultato e devono essere convalidate man mano che il team (non di fare tutto da solo!) continua a lavorare sull’idea.

Il che porta alla quarta fase:

FASE 4: DEL RISCHIO per avere un’autentica e consapevole comprensione dell’incertezza intrinseca, un ingrediente chiave di ogni nuovo progetto.

È importante notare che, anche se questo modello porta quattro fasi che sono ordinate in ordine sequenziale, è possibile partire da una qualsiasi delle prime tre fasi del modello e andare in qualsiasi direzione.

Ad esempio, potreste già avere in mente un’idea per una soluzione tecnologica di un problema. In altri casi, si potrebbe avere un’idea di un nuovo modello di business da applicare in un contesto esistente.

Quindi si passa alla seconda fase (sviluppare la soluzione). Tuttavia, come vedrete, vi sarà presto evidente che è necessario tornare alla prima fase (capire il problema) per avere una chiara comprensione di quello che le persone che hanno un problema vogliono; cioè, l’idea viene ulteriormente affinata per soddisfare le esigenze del cliente.

Mentre si passa attraverso la terza fase (attività di produzione), si può trovare la necessità di passare alla prima e alla seconda fase per capire la validità della proposta che si sta cercando di pianificare per i specifici utenti, attraverso la soluzione innovativa.

Nel corso del vostro viaggio, si fanno un sacco di ipotesi in tutti gli aspetti dell’impresa. Questo richiederà di passare frequentemente alla fase 4 (gestione del rischio).

Riassumendo: 3 fasi + 1 fase di relativa al rischio d’impresa.

Ora come mettere in pratica il tutto?

Ci pensa il DESIGN THINKING, ovvero la procedura che sommariamente  vista e che andiamo a meglio descrivere.

  • Prima ancora di pensare ad una soluzione.

Una volta che il Team, gruppo di lavoro, ha un’idea chiara del problema, ci si avvale, si ricerca, una visione più ampia, per modellare idee sui vari modi in cui il problema potrebbe essere risolto.

Queste idee devono portare il gruppo di lavoro verso una soluzione applicabile nel contesto dell’utente che ne usufruisce. Vedremo come <<stimolare>> o si stimolano queste idee in un articolo successivo.

  • Accorgimenti da avere

È opportuno che i prototipi siano sviluppati e testati con l’utente finale, questo dà la possibilità a che l’idea venga ulteriormente affinata per soddisfare le sue esigenze.

Attraverso molte iterazioni, il lavoro di squadra non solo si avvicina alla soluzione, ma si ha anche una comprensione ancora migliore delle esigenze dell’utente.

Attraverso questo percorso, la soluzione, che sarà il “prodotto minimo accettabile”, sarà sviluppata e consegnata all’destinatario, che potrà quindi determinare se la soluzione soddisfa le esigenze di cui ha bisogno.

In questa fase, sarà presa in considerazione anche la fattibilità dal punto di vista del business, che includerà, tra gli altri fattori, il meccanismo di individuazione del valore (prezzi, canali, relazioni, ecc.).

  • Le Collaborazione con diverse finalità

Il Design Thinking si basa sulla forza dei punti di vista diversi.

Ottenere tali input significa riunire in un’unica stanza gli interlocutori chiave provenienti da diverse discipline, competenze, livelli di esperienza e background, facilitando un ambiente in cui i giudizi sono esclusi e vengono prese in considerazione quante più idee possibili.

Questo evidenzia ancora una volta l’importanza della diversità delle idee per l’ideazione prima di utilizzare il pensiero convergente per selezionare le idee migliori per le possibili soluzioni.

Inoltre, i diversi interlocutori hanno e lavorano anche in una stessa prospettiva in termini di comprensione dei problemi degli consumatori e delle esigenze dell’azienda.

Un altro aspetto chiave del Design Thinking è il suo orientamento all’azione.  Invece di parlare del concetto e della idea fino alla fine, è necessario costruire un prototipo.

Il prototipo può essere semplice come uno schizzo su un pezzo di carta o complesso come un modello che utilizza strumenti di progettazione CAD su un computer.

L’idea complessiva è che, come prototipo, si possa essere in grado di capire come la soluzione possa essere effettivamente utilizzata nella vita reale.

Il prototipo riduce anche la necessità di investire enormi risorse per ottenere il feedback degli utenti.

  • Ottenere un feedback dall’utente target

Il bello di questo approccio è il coinvolgimento dell’utente/chiave che viene o è stato interessato durante l’intero ciclo di progettazione.

In questo processo, non solo si ottiene un feedback dagli utenti sul prototipo, ma si coinvolgono anche gli utenti nell’elaborazione delle idee e nella realizzazione del prototipo.

In questo processo, si mostra (non si dice verbalmente) come potrebbe apparire una soluzione per gli utenti e si ottiene il loro feedback con una mente flessibile.

A questo punto, si ottiene anche un feedback dal lato economico e tecnologico/operativo per assicurare che l’idea sia redditizia e fattibile.

  • Iterare i procedimenti visti

E infine, occorre essere pronti a fallire e riprovare.

Il vantaggio di questo approccio è che si sa abbastanza presto se il processo per trovare una soluzione si sta muovendo nella giusta direzione, a differenza dell’approccio tradizionale, in cui l’utente è l’ultima persona a dare un’occhiata, si fa per dire, alla soluzione.

 

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