DOPAMINA: PREPARARE LA DROGA – In aumento la tecnologia assuefacente e del business di tenerci coinvolti

Couple having drinks in bar

La , il , cellulari ed i che ne derivano. Mi sono messo a leggere e tradurre in modo libero il recentissimo libro Catherine Price HOW TO BREAK UP WITH YOUR PHONE,  link : http://www.catherine-price.com/how-to-break-up-with-your-phone/

Ne avevo fatto cenno nel post precedente. Il capitolo 2 ci insegna come la dopamina fuziona nel nostro cervello. Quello a cui non avevo pensato è il modo <<subdolo>> con cui persone, programmatori e aziende la sfruttano attraverso gli smartphone. Non avrei mai pensato così male, ma c’è da pensare ancora peggio. In questi giorni SKY trasmette un documetario sui danni da cellulare e di sentenze in tal senso. Il problema a mio avviso non sono i danni evidenti come i tumori ma pure quelli psicologici . Leggere quello che che ho tradotto fa bene a tutti, insegnanti compresi che devono capire il fenomeno che li vede coinvolti e alle domande a cui non sanno bene rispondere. Ma va bene pure per i dirigenti d’azienda. Un problema la dopamina che coinvolge famiglie, consumatori liberi professionisti. Tutti ora.

Proprio come le droghe sono diventate più potenti nel tempo, così è diventata anche l’ebbrezza del feedback comportamentale. I progettisti di software sono più intelligenti che mai. Sanno come premere i nostri pulsanti e come incoraggiarci a utilizzare i loro prodotti non solo una volta, ma più e più volte.

Per massimizzare la quantità di tempo che passiamo sui nostri dispositivi, i progettisti utilizzano la nostra chimica cerebrale in modo da innescare comportamenti di dipendenza.

dopamina e cellulare

La maggior parte di queste tecniche coinvolgono una sostanza chimica cerebrale chiamata dopamina. La dopamina ha molti ruoli, ma per i nostri scopi la cosa più importante da sapere è che, attivando i recettori del piacere nel nostro cervello, ci insegna ad associare certi comportamenti con le ricompense (si pensi ad un ratto che riceve un piccolo quantità di cibo ogni volta che preme una leva).  La dopamina ci fa sentire eccitati – e ci piace sentirsi eccitati. Qualsiasi esperienza che inneschi il rilascio di dopamina è quindi qualcosa che vorremmo sperimentare di nuovo.

Ma non è tutto. Se un’esperienza innesca costantemente il rilascio di dopamina, il nostro cervello ricorda la causa e l’effetto. Alla fine, si libererà dopamina ogni volta che si ricorda l’esperienza. La libera, in altre parole, in anticipo.

La capacità di anticipare la soddisfazione è essenziale per la nostra sopravvivenza – ci motiva a cercare il cibo, per esempio. Ma provoca anche voglie e, nei casi più estremi, dipendenze. Se il cervello ha appreso che controllare il telefono di solito si traduce in una ricompensa, non ci vorrà molto tempo prima che il cervello rilascia dopamina ogni volta che si ricorda del telefono. Comincerete a desiderare. (Hai mai notato come vedere qualcuno che controlla il proprio telefono può farti desiderare di controllare il tuo?)

È interessante notare che queste “ricompense” possono essere positive o negative. A volte prendiamomin mano i nostri telefoni per sperare/anticipare che ci sarà qualcosa di buono che ci aspetta. Ma altrettanto spesso, ci dedichiamo ai nostri telefoni per aiutarci a evitare qualcosa di spiacevole, come la noia o l’ansia. Non importa. Una volta che i nostri cervelli hanno imparato ad associare il controllo dei nostri telefoni con una ricompensa, andremo a veramente e per davvero, proprio a controllare i nostri telefoni. Diventiamo come i ratti di laboratorio, costantemente premiamo la leva per ottenere cibo.

Fortunatamente, il desiderio di cibo diminuisce naturalmente quando i nostri stomaci si sentono pieni (altrimenti i nostri stomaci potrebbero esplodere). Ma i telefoni e la maggior parte delle applicazioni sono deliberatamente progettati senza ” sospensione degli stimoli “, per avvisarci quando abbiamo avuto abbastanza – ecco perché è così facile da ingozzarsi accidentalmente.

Sappiamo, a un certo punto, che quello che stiamo facendo è al limite. Ma invece di fermarci, i nostri cervelli decidono che la soluzione è quella di cercare più dopamina.

Controlliamo di nuovo i nostri telefoni. E ancora. E ancora.

Quando accade, tendiamo ad accusarci di mancanza di volontà, un altro modo di dire che la colpa è nostra. Quello che non ci rendiamo conto è che i progettisti di tecnologia deliberatamente manipolano le reazioni alla dopamina per rendere estremamente difficile per noi smettere di utilizzare i loro prodotti. Conosciuto come “hacking cerebrale”, questo è essenzialmente una progettazione comportamentale che è basata sulla chimica del cervello, e una volta che si sa come riconoscerne i segni, lo potete vedere in tutto il telefono.

Nel 2017 è stata trasmessa un’affascinante intervista tra Anderson Cooper e Ramsay Brown, fondatore di una start-up chiamata Dopamine Labs che crea un codice di brain-hacking per le aziende di app.

L’obiettivo è quello di mantenere le persone incollate a un’applicazione …

È interessante notare che Brown – che è uno dei pochi esperti di tecnologia che ha accettato di parlare di questo argomento pubblicamente  – ha anche creato un’applicazione chiamata Space che aveva lo scopo di incoraggiare le persone a passare meno tempo sui loro telefoni creando un ritardo di dodici secondi prima che le applicazioni dei social media si aprissero. Brown ha definito questo un “momento di Zen”, il punto era quello di dare alla gente la possibilità di non scoppiiare… ed inoltre che siamo parte di una serie di esperimenti controllati che si svolgono in tempo reale su di noi e su milioni di altre persone”.

“Siamo cavie” è stato chiesto.

“Siete cavie”, disse Brown. “Siete cavie nella scatola premendo il pulsante e, talvolta, ottenere simili ai topi. E lo stanno facendo per tenerti lì”.

Da sapere che  l’App Store inizialmente si rifiutò di vendere lo Spce. “L’hanno respinta dall’App Store perché ci hanno detto che qualsiasi app che avrebbe incoraggiato le persone a usare altre app o i loro iPhone meno, era inaccettabile per la distribuzione nell’App Store”, ha detto Brown. “Non volevano che dessimo fuori questa cosa che avrebbe reso le persone meno attaccate sui loro telefoni”*.

Successivamente l’intervista “pochi giorni dopo la nostra prima storia in onda, Apple ci chiamò per dirci che aveva avuto un ripensamento e rese disponibile lo ‘Spazio’ nel suo App Store”.

Oltre al libro citato ci sono diversi siti che ne parlano, ovvero ne scrivono

https://domain.me/cant-imagine-day-without-smartphone-blame-dopamine/

https://www.express.co.uk/life-style/life/766137/phone-checking-addiction-dopamine-loop

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